La chiesa di Sant'Ambrogio a Milano


Sant’Ambrogio milanese (coro 784, absidi 940, atrio 1098), che presenta un corpo a tre navate iniziato nel 1080 ma coperto da volte solo dopo il disastroso terremoto del 1117, qui la partitura della grande navata impiega la tipologia delle chiese di pellegrinaggio a navata cieca, in quanto bloccata dalle collaterali e dalle gallerie sovrapposte, ma nello stesso tempo ne modifica fortemente le proporzioni, rinunciando allo slancio verticale (tipicamente francese), adotta invece una conformazione bassa e larga quasi priva di luce dalle arcate, dalle volte e dai matronei. La forza delle membrature che scandiscono con ritmo largo e grave la grandiosa successione delle campate cupoliformi risalta nella luce radente che penetra dagli arconi della facciata, in contrasto con l’ombra diffusa delle navatelle. La facciata è composta da un loggiato su grandi arcate, corrisponde ad una pianta rettangolare, a tre navate senza transetto.
E’ un’architettura che meglio sintetizza temi che riguardano il mondo paleocristiano e temi provenienti dal nord (in quanto l’Italia era in forte ritardo nella costruzione della crociera), si tratta poi di un’architettura che elabora e trasmette questi temi alle architetture successive sia in Italia centrale che in quella del sud. L’architettura della chiesa è formata da due elementi essenziali, la chiesa vera e propria e il quadriportico (un’elemento che appartiene all’architettura paleocristiana); il razionalismo nella progettazione di questa struttura porta all’uso di un modulo molto signi9icativo, cioè se noi guardiamo la pianta della chiesa notiamo che è formata da otto campate, come otto sono le campate del quadriportico; la navata centrale è il doppio della grandezza di una campata delle navatelle (questo è un’elemento nuovo perché nell’XI secolo non avevano ancora ben chiaro il concetto di modulo, al quale arrivarono attraverso la geometria sacra).
In un secondo momento viene costruito il sistema a crociera per le navate e un’aspetto che non è ancora risolto nel caso di sant’Ambrogio è quello legato al tema della chiesa di pellegrinaggio, cioè quello a nave cieca, ovvero il fatto che con la presenza dei matronei la luce non poteva entrare direttamente nella navate centrale, il problema dell’illuminazione era risolto attraverso la facciata sul lato del quadriportico e attraverso il tiburio, da qui la luce poteva illuminare direttamente il coro.

Troviamo anche un riferimento al mondo nordico con la presenza delle due torri, il coro è rialzato, in quanto troviamo la cripta sotto, però non assume ancora quella dimensione straordinaria che poi vedremo paradossalmente presenti in alcune architetture successive in Italia meridionale.
Un tema proposto e diffuso dalla chiesa di Sant’Ambrogio è quello degli archetti in alto sull’abside (un tema che si diffonde al sud Italia ma anche in nord Europa); ma elemento più

importante e caratteristico della chiesa, che risolve molto problemi sia dal punto di vista
proporzionale che dal punto di vista spaziale, è la facciata verso il quadriportico, una facciata de9inita a capanna a cinque aperture, che garantiscono l’illuminazione dello spazio interno e allo stesso tempo questo crea una loggia in alto che corrisponde dal punto di vista proporzionale alla campata che porta all’interno della chiesa. Il tema della facciata a capanna in sant’Ambrogio presenta due problemi che sono caratteristici dell’architettura, ma che in atre architetture successive diventano problemi veri e propri, ovvero nel caso di Sant’Ambrogio l’altezza è relativamente bassa, quindi crea uno spazio molto proporzionato sia all’interno che all’esterno (un’aspetto tipicamente lombado).
Nello spazio interno, oltre alle arcate cieche viste all’esterno, troviamo l’uso delle volte a crociera, notiamo inoltre che per la prima volta vengono utilizzate delle nervature squadrate, che formano uno spazio molto caratteristico, elementi che aumentano il ritmo dello spazio interno, inoltre hanno una funzione costruttiva molto importante in quanto tutto il peso viene guidato attraverso questi elementi sui pilastri della navata centrale.
Il tiburio poggia si quattro pilastri, attraverso un doppio pennacchi ripetuto sui quattro angoli del quadrato di base.


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